lunedì 29 settembre 2014

Il dibattito promosso dal Laboratorio Scalo sul futuro del capoluogo e del suo comprensorio

Superare i campanilismi, unendo le forze per migliorare la qualità dei servizi ai cittadini, per ripristinare la vivibilità dei centri urbani e per restituire forza e autorevolezza alla rappresentanza politica del territorio. È da queste premesse che riparte il progetto della città intercomunale discusso nell’ultima assemblea promossa dall’associazione Laboratorio Scalo di Frosinone.

Al dibattito, invitati dal presidente dell’associazione, Anselmo Pizzutelli, sono intervenuti il consigliere regionale Daniela Bianchi e il responsabile del Cofile, Antonio Mattia. È stato proprio Mattia ad aprire i lavori, con una relazione sui vantaggi derivanti dalla eventuale istituzione di un organismo sovraordinato che, inglobando i 15 comuni del comprensorio di Frosinone, potrebbe promuovere più efficaci politiche di area vasta in termini di riqualificazione ambientale, contenimento dello smog atmosferico, gestione coordinata delle risorse idriche e riorganizzazione dei servizi essenziali alla collettività. “Il principale obiettivo del progetto Città del Frusino – ha spiegato Mattia – è quello di aggregare in una sola entità amministrativa omogenea una comunità di oltre 200.000 abitanti, ossia la metà della popolazione provinciale. Siamo convinti che solo grazie ad una gestione condivisa delle nostre risorse potremo tornare a crescere ed a competere alla pari con l’area metropolitana di Roma. Se non facciamo questo scatto in avanti e se non sviluppiamo sinergie con Latina – ha concluso Mattia – rischiamo di condannarci ad un altro cinquantennio di sudditanza e arretratezza economica e sociale”.

“Obiettivi condivisibili – ha chiarito Anselmo Pizzutelli – e che sono ampiamente nelle nostre corde, visto che proprio in questa direzione ci siamo mossi anche sul fronte dell’accordo di programma per la riqualificazione del Cosa, riuscendo a coalizzare in un unico organismo le amministrazioni di tutti i comuni bagnati dal fiume. Ma anche in questo caso bisogna partire dal basso e quindi favorire la partecipazione dei cittadini dei comuni interessati. Crediamo che ogni grande riforma territoriale – ha aggiunto Pizzutelli – non possa prescindere dall’ascolto e dalla condivisione delle comunità coinvolte. Se riusciamo ad unire gli intenti, le coscienze e le forze possiamo sperare che un giorno, sulle questioni che più stanno a cuore ai cittadini come qualità della vita, servizi, trasporti e ambiente, le amministrazioni locali sapranno offrire risposte e soluzioni più rapide e incisive a favore di una comunità non più di 10 o di 40.000, ma di 200.000 abitanti. Ecco, rilanciando questo dibattito abbiamo voluto offrire uno stimolo a quella politica volenterosa e consapevole di dover ascoltare i propri amministrati e di doversi mettere al loro servizio".

“Oggi dobbiamo saper fare di necessità virtù, ma nella fattispecie e visti i numeri – ha spiegato il consigliere regionale Daniela Bianchi – non possiamo di certo percorrere la strada della unione dei comuni, cosa che invece stanno facendo, con ottimi risultati, le piccole municipalità. Tuttavia è auspicabile, anche perché i tempi sono maturi, che grandi comuni come Frosinone, Alatri, Ceccano, Ferentino si confrontino su quali strategie percorrere per fare gioco di squadra a vantaggio del territorio e dei cittadini, pur mantenendo le rispettive identità, pur salvaguardando le rispettive storie. Mi viene in mente Roma. Una sola, grande città che deve la propria grandezza ai suoi Municipi. Parliamo – ha aggiunto Bianchi – di 15 municipalità tra loro diverse per storia, cultura e tradizioni, ma ciascuna ugualmente fiera della propria identità e altrettanto fiera di partecipare, da protagonista, alla vita e al progresso di una sola grande realtà metropolitana che tutte assieme le rappresenta”. All’incontro promosso dal Laboratorio Scalo erano presenti le delegazioni delle associazioni cittadine L’Impegno, Via Maria/Fiume Cosa e Frosinone 2020.




1 commento:

  1. serata interessante per problematiche solo apparentemente futuribili

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