Superare i campanilismi,
unendo le forze per migliorare la qualità dei servizi ai cittadini, per ripristinare
la vivibilità dei centri urbani e per restituire forza e autorevolezza alla
rappresentanza politica del territorio. È da queste premesse che riparte il
progetto della città intercomunale discusso nell’ultima assemblea promossa
dall’associazione Laboratorio Scalo di Frosinone.
Al dibattito, invitati
dal presidente dell’associazione, Anselmo Pizzutelli, sono intervenuti il
consigliere regionale Daniela Bianchi e il responsabile del Cofile, Antonio
Mattia. È stato proprio Mattia ad aprire i lavori, con una relazione sui
vantaggi derivanti dalla eventuale istituzione di un organismo sovraordinato
che, inglobando i 15 comuni del comprensorio di Frosinone, potrebbe promuovere
più efficaci politiche di area vasta in termini di riqualificazione ambientale,
contenimento dello smog atmosferico, gestione coordinata delle risorse idriche
e riorganizzazione dei servizi essenziali alla collettività. “Il principale obiettivo
del progetto Città del Frusino – ha spiegato Mattia – è quello di aggregare in
una sola entità amministrativa omogenea una comunità di oltre 200.000 abitanti,
ossia la metà della popolazione provinciale. Siamo convinti che solo grazie ad
una gestione condivisa delle nostre risorse potremo tornare a crescere ed a
competere alla pari con l’area metropolitana di Roma. Se non facciamo questo
scatto in avanti e se non sviluppiamo sinergie con Latina – ha concluso Mattia
– rischiamo di condannarci ad un altro cinquantennio di sudditanza e
arretratezza economica e sociale”.
“Obiettivi
condivisibili – ha chiarito Anselmo Pizzutelli – e che sono ampiamente nelle
nostre corde, visto che proprio in questa direzione ci siamo mossi anche sul
fronte dell’accordo di programma per la riqualificazione del Cosa, riuscendo a
coalizzare in un unico organismo le amministrazioni di tutti i comuni bagnati
dal fiume. Ma anche in questo caso bisogna partire dal basso e quindi favorire
la partecipazione dei cittadini dei comuni interessati. Crediamo che ogni
grande riforma territoriale – ha aggiunto Pizzutelli – non possa prescindere dall’ascolto
e dalla condivisione delle comunità coinvolte. Se riusciamo ad unire gli
intenti, le coscienze e le forze possiamo sperare che un giorno, sulle questioni
che più stanno a cuore ai cittadini come qualità della vita, servizi, trasporti
e ambiente, le amministrazioni locali sapranno offrire risposte e soluzioni più
rapide e incisive a favore di una comunità non più di 10 o di 40.000, ma di
200.000 abitanti. Ecco, rilanciando questo dibattito abbiamo voluto offrire uno
stimolo a quella politica volenterosa e consapevole di dover ascoltare i propri
amministrati e di doversi mettere al loro servizio".
“Oggi dobbiamo saper
fare di necessità virtù, ma nella fattispecie e visti i numeri – ha spiegato il
consigliere regionale Daniela Bianchi – non possiamo di certo percorrere la
strada della unione dei comuni, cosa che invece stanno facendo, con ottimi
risultati, le piccole municipalità. Tuttavia è auspicabile, anche perché i
tempi sono maturi, che grandi comuni come Frosinone, Alatri, Ceccano, Ferentino
si confrontino su quali strategie percorrere per fare gioco di squadra a
vantaggio del territorio e dei cittadini, pur mantenendo le rispettive
identità, pur salvaguardando le rispettive storie. Mi viene in mente Roma. Una
sola, grande città che deve la propria grandezza ai suoi Municipi. Parliamo –
ha aggiunto Bianchi – di 15 municipalità tra loro diverse per storia, cultura e
tradizioni, ma ciascuna ugualmente fiera della propria identità e altrettanto
fiera di partecipare, da protagonista, alla vita e al progresso di una sola
grande realtà metropolitana che tutte assieme le rappresenta”. All’incontro
promosso dal Laboratorio Scalo erano presenti le delegazioni delle associazioni
cittadine L’Impegno, Via Maria/Fiume Cosa e Frosinone 2020.



